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Malati psichici e criminalità

Centro Studi > Prevenzione Criminale e Sicurezza Urbana

Malati Psichici e Criminalità

A cura del dr. Massimo Blanco

Quando si parla di malati mentali, l’associazione con coloro che sono affetti da una patologia psichiatrica congenita come la schizofrenia è presto fatta.
In realtà, la malattia psichiatrica non è “appannaggio” di chi, per ragioni biologiche di natura ereditaria (c.d. “tare”), manifesta stati di dissociazione, alterazione o squilibrio mentale.
Le cause di una malattia mentale possono essere diverse e diversi i contesti dove può emergere e produrre i suoi effetti o rimanere latente in tutta l’esistenza dell’individuo.
Il tossicodipendente e l’alcolista, possono essere paragonati per sintomatologia e comportamenti antisociali, ad un malato di mente. L’unica differenza sta nel fatto che, se non sussistono cause congenite, questi soggetti possono essere curati e tornare alla normalità.
Chi, al contrario, ha sviluppato una malattia psichica congenita, può essere aiutato da un controllo consistente in adeguate cure farmacologiche e ad un inserimento in un ambiente sociale favorevole finalizzati a fargli condurre un’esistenza decorosa.
Molte volte si è portati a pensare che la Legge 180/78, chiamata anche “Legge Basaglia” dal nome del suo promotore, lo psichiatra Franco Basaglia, sia stato un esperimento utopistico e malriuscito per integrare soggetti con turbe psichiche anche gravi all’interno della società.
La Legge Basaglia impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio per i malati mentali tramite idonee strutture del Servizio Sanitario Nazionale.
Fu una vera e propria rivoluzione culturale e medica, basata sulle nuove e più umane concezioni psichiatriche promosse e sperimentate in Italia da Franco Basaglia.
Prima di allora i manicomi erano poco più che luoghi di contenimento fisico, dove si applicava ogni metodo di contenzione e pesanti terapie farmacologiche e invasive, o l'elettroshock.
Le intenzioni della Legge 180 erano quelle di ridurre le terapie farmacologiche ed il contenimento fisico, instaurando rapporti umani rinnovati con il personale e la società, riconoscendo appieno i diritti e la necessità di una vita di qualità dei pazienti, seguiti e curati da ambulatori territoriali.
In realtà, pensare che la Legge Basaglia sia la causa di una frangia criminale costituita da soggetti con malattie mentali anche gravi, non è avvalorata dalle rilevazioni statistiche effettuate dall’anno dell’entrata in vigore della norma fino ad oggi.
I numeri dimostrano che i cosiddetti “malati mentali” non commettono molti più reati dei soggetti cosiddetti “normali” e che l’aumento dei rati commessi dai malati mentali conclamati varia in funzione dei cambiamenti sociali. Un elemento che fa concludere che tanto i soggetti malati di mente quanto i soggetti cosiddetti “normali”, in presenza di mutamenti radicali della società, hanno il medesimo comportamento.



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